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LEGGERE DI SCIENZE



Per l’anno scolastico 2023/24 abbiamo scelto il tema LEGGERE DI SCIENZE
per coinvolgere più discipline nella nostra avventura di educazione alla lettura e per dare un’occhiata a quel settore della letteratura per ragazzi che punta sul piacere della  scoperta del mondo che ci circonda.


Come definiamo un libro di divulgazione scientifica?
Non è del tutto chiaro. Di solito si ricorre al termine anglosassone che distingue tra fiction e non fiction, o il francese documentaire. È un modo di raccontare la realtà in modo ordinato, ma anche in modo da suscitare curiosità, da far venire voglia di chiudere il libro e andare alla ricerca del mondo vero, oppure di aiutare a immaginare un futuro possibile. È più facile dire quali non sono libri di divulgazione: i testi scolastici, l’articolo giornalistico, l’enciclopedia (se è utilizzata come consultazione).


E chi sono i divulgatori?
Uno scienziato o un comunicatore o un autore o tutti questi? L’autore deve avere il giusto clic per rendere accessibile e attraente quanto vuole raccontare. Spesso è un lavoro d’equipe: il divulgatore scrive e lo scienziato controlla. In ogni caso l’autore deve avere un’ottima conoscenza della materia, deve saper stimolare, deve nel contempo avere una sua personalità, insomma essere un ‘autore’. Secondo Piero Angela, in un buon libro ci deve essere una sfida, nel senso che il libro deve dare qualcosa in più al lettore, quindi non deve essere né troppo banale, né troppo difficile, altrimenti allontana, invece di produrre l’apertura verso nuovi mondi. Quindi un buon autore sa scrivere bene, come in un libro di narrativa, e sa semplificare i codici, che non significa banalizzare. È veramente difficile.


Quali sono le quindi le caratteristiche di una buona proposta di libri di divulgazione scientifica?
Innanzitutto offrire TANTI LIBRI DIVERSI e promuovere una lettura di una scienza che sia soprattutto DA FARE. Far toccare con mano che la scienza è INTERESSANTE e DIVERTENTE, che capire è DIVERTENTE e BELLO.


Cosa succede quando si impara a leggere, lavorare, fare scienza usando più libri, con la biblioteca di scienze?
(1)  Si hanno più informazioni perché si lavora in gruppo, in équipe proprio come i veri scienziati, perché magari ognuno legge un «suo testo» e si ha équipe proprio come i veri scienziati, perché magari ognuno legge un «suo testo» si ha così così un’integrazione tra aree diverse e la possibilità di confronto e discussione;
(2)  c’è più aggiornamento, un maggiore legame alla vera scienza disponendo di dati scientifici aggiornati e confrontabili: si guadagna tempo, si ha un’informazione up to date;
(3)  ci si imbatte in attività di sperimentazione spesso affini, ma magari leggermente diverse che stimolano la sfida a vedere «se riesce»;
(4)   si leggono testi diversificati, sia a livello di testo sia nelle immagini, (che nella divulgazione hanno una grande importanza, sono testo, informazione – si pensi ai video), che consentono diversi livelli di lettura informazione e favoriscono la comprensione;
(5)  si motiva la ricerca e quindi l’apprendimento: confrontare, prendere appunti, verbalizzare, valutare e citare la fonte.



Tratto dall’intervento DIVULGARE LA SCIENZA: LEGGERE E SAPER FARE di HELENE STAVRO, Casa Editrice Editoriale Scienza, al convegno L’editoria scientifica per bambini, ragazzi e giovani, Scandicci 2006


Buone letture a tutti/e

Per info e chiarimenti scrivere a bravochilegge.moncalieri@gmail.com

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