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LETTURA E SCUOLA  AI TEMPI DEL COVID
22 Mag 2021

LETTURA E SCUOLA  AI TEMPI DEL COVID


Che cosa è accaduto nelle classi dei diversi ordini scolastici, durante il lungo lockdown ? Molto è stato detto e scritto a tale proposito, noi vogliamo qui porre l’attenzione specificatamente sulla lettura. Le risposte che abbiamo raccolto, durante i due incontri finali di un percorso formativo da noi organizzato, pensiamo possano fornire utili elementi di riflessione. Ai docenti iscritti sono state proposti alcuni temi per stimolare la discussione: la lettura, l’organizzazione del lavoro, i materiali utilizzati, il grado di efficacia raggiunta, la collaborazione con colleghi e famiglie.
La lettura ha permesso ai più piccoli di mantenere il legame con la scuola e gli insegnanti, l’utilizzo di brevi registrazioni, realizzate e veicolate con il cellulare, rendeva fruibili gli interventi sia in diretta che in differita e con reiterazioni. Successivamente, la lettura è stata accompagnata da tutorial per la realizzazione di attività per sviluppare la manualità e la creatività. Le registrazioni sono state rese disponibili anche sul sito della scuola consentendone un uso ampio. I tempi di attenzione dei bambini più piccoli e la maggiore libertà dai vincoli disciplinari e di orario hanno consentito di raccordarsi meglio con i ritmi delle famiglie.
Nella scuola primaria, la lettura ha rivestito il ruolo di motivazione al lavoro, ha consentito di lavorare sull’empatia, ma anche di riproporre attività che erano consuete in classe, quali il commento con disegni e parole o la schedatura collettiva del testo ascoltato. E’ emerso anche che, per alcuni alunni, l’utilizzo di un mezzo diverso quale il computer è stato motivante. Agli allievi più grandi sono state proposte letture registrate di un libro a puntate e si è puntato a far formulare loro quiz di lettura approfondita, inventati per essere utilizzati dagli altri compagni.
Nella scuola secondaria, sono emerse maggiori difficoltà; le pressanti richieste della programmazione disciplinare hanno di fatto comportato la marginalità della lettura (definito “fanalino di coda”), ai ragazzi è stato chiesto di mantenere il ritmo con i contenuti e non sempre sono state offerte loro proposte di lavoro sistematiche in merito alla lettura.
I materiali proposti in dad sono stati prodotti direttamente dai docenti, cercando di curarne l’aspetto piacevole e attraente per contrastare la tristezza e lo spaesamento percepito nei bambini. In molti casi però, sono anche state reperite in rete proposte valide messe a disposizione dalle case editrici e dagli autori stessi.
Nella scuola primaria, per precise esigenze didattiche, spesso si è ritenuto opportuno suddividere la classe in gruppi, riducendo l’esposizione quotidiana e sincrona di tutti gli studenti. Per quanto riguarda la lettura, le attività sono state mantenute a classe completa creando una organizzazione piuttosto complessa e faticosa.
Nelle classi più alte della primaria e nella secondaria di primo grado, è stato difficile reperire i libri per la lettura individuale, rimasti a scuola al momento della imprevista chiusura, perciò si è sopperito ricorrendo al libro di testo o all’antologia che hanno rappresentato un materiale indispensabile di lavoro anche per chi poco li utilizzava normalmente. Molti hanno sottolineato come “inaspettatamente” fosse emerso tra i ragazzi il desiderio dell’ascolto della lettura da parte dell’insegnante.
La riflessione dei docenti rileva che la didattica a distanza ha significato per tutti un aggravio di lavoro, dovuto all’esigenza di costruire ed adeguare percorsi e strategie con modalità nuove ed inconsuete.
In generale, ci si è resi conto che la didattica ha subito un evidente cambiamento che i docenti dovranno abituarsi ad interpretare: la didattica a distanza non può essere semplicemente una lezione frontale a distanza, ma la nuova didattica dovrà considerare come coniugare l’insegnamento in presenza con la specificità e le nuove possibilità offerte dalla dad.
In merito all’efficacia raggiunta i pareri sono discordi. I docenti dei bambini i più piccoli ritengono all’unanimità di aver mantenuto il timone dell’insegnamento. Ciononostante, anche se hanno l’impressione che i bambini abbiamo maturato maggiori competenze, tutti ritengono che abbiano immagazzinato molta ansia e stress difficili da elaborare.
Negli ordini successivi di scuola, che hanno mantenuto per gli alunni un impegno quotidiano quasi pari a quello delle lezioni in presenza, hanno pesato sia la scarsa disponibilità di dispositivi che la minore partecipazione delle famiglie. Alcuni docenti hanno affermato che i bambini più fragili o più isolati hanno corso i maggiori rischi di rimanere esclusi dalle attività che si svolgevano in plenaria, segnalando anche episodi di bullismo. I docenti delle classi più alte hanno mostrato di percepire una perdita di efficacia del loro operato attraverso la dad.
La maggior parte dei docenti ha dovuto affrontare da solo le difficoltà poste dalla dad, ma dopo un iniziale momento di sbandamento, tutti si sono dati da fare per proporre una offerta formativa dignitosa. I docenti che lavoravano in coppia hanno potuto alternarsi nel proporre spunti di lavoro, e questo è avvenuto anche grazie agli insegnanti di sostegno; la collaborazione è stata più difficoltosa dove il gruppo docente era più numeroso e maggiore era anche la specificità disciplinare, come nella secondaria di primo grado.
In questi giorni siamo tornati tutti in dad con i genitori per la maggior parte al lavoro, così i bambini meno autonomi sono fortemente penalizzati. I docenti segnalano che lavorare a classe intera, a distanza, con gli attuali mezzi tecnologici e le consolidate strategie, significa sacrificare molte delle attività previste e ridurre significativamente la programmazione. Le carenze mostrate dalla scuola nella pandemia sembrano dovute in gran parte alla difficoltà nell’intraprendere strade per cui nessuno era preparato e nel rispondere ad esigenze didattiche impreviste e mutevoli.